Nello stile Brumi c’è l’agricoltura del domani

Condividi su facebook
Condividi su pinterest
Condividi su linkedin
Condividi su print
Amministratore della Brumi, eccellenza siciliana riconosciuta leader in Europa per macchine agricole professionali e per macchine elettroniche alimentate con batterie al litio
Condividi su facebook
Condividi su pinterest
Condividi su linkedin
Condividi su print

L’intervista a Matteo Pitanza, managing director di Brumi.
L’azienda con le sue macchine agricole, professionali e moderne, è espressione di eccellenza meccanica. 

Crisi. Questa parola non deve fare paura. Significa discernere, valutare, riflettere (dal verbo greco κρίνω, separare, giudicare).
Alla fine, quindi, prendere una decisione. Ed è una scelta che porta all’azione: capire, trasformarsi, anche migliorare e rinascere.
Lo sa bene Matteo Pitanza, il giovane amministratore della Brumi, eccellenza siciliana riconosciuta leader in Europa per macchine agricole professionali e per macchine elettroniche alimentate con batterie al litio.
Trentunenne, laureato alla Bocconi in Management, è al timone dell’azienda di famiglia dalla fine del 2015, anno in cui la vita l’ha messo a dura prova: affrontare con consapevolezza e nervi saldi la drammatica malattia del papà, guardando, con sguardo resiliente, al futuro.
In quel periodo così difficile e critico, Matteo ha trovato la forza di individuare con fermezza la direzione per il suo avvenire: guidare Brumi. Ed è allora che le lontane parole del nonno, di cui ha ereditato il nome (e c’è chi dice anche il carattere), hanno avuto un suono più limpido e chiaro: “impara a superare i tuoi limiti”.
È possibile farlo, laddove si riesca a cambiare prospettiva: le difficoltà, infatti, fanno parte della vita e sta agli uomini riuscire a contemplarle come strumenti di crescita e di perfezionamento.
Oggi Matteo Pitanza crede fortemente di avere fatto la scelta giusta ed è andato anche oltre.
Circa cinque anni fa ha attuato un vero e proprio change management.
Con un team giovane ha rivoluzionato molti dei paradigmi tradizionali, permettendo non solo l’avanzamento tecnologico, grazie all’implementazione del settore ricerca e sviluppo e all’assunzione di nuovi ingegneri specializzati, ma anche la crescita di un reparto marketing e commerciale orientato all’innovazione. Dietro la logica Brumi adesso non solo ci sono oltre 65 anni di storia e la forza dello stile made in italy, contraddistinto da qualità e design, ma anche e soprattutto la vision di uomo deciso, curioso, sognatore, in grado di considerare le avversità come esercitazioni.

Andiamo indietro nel tempo. Come è andato il suo primo giorno di lavoro in azienda?
È stato poco prima di Natale, nel 2015. I ricordi di quel periodo sono veramente brutti: io entravo in azienda, mio padre invece si ammalava gravemente. Negli ultimi giorni della sua vita, però, non smetteva di esortarmi a non lasciarmi condizionare dalla sua malattia nella scelta del mio futuro. “Matteo – mi diceva – non pensare all’azienda di famiglia, vendila, chiudila, fai quello che vuoi, continua a fare ciò che desideri e qualsiasi cosa deciderai sono sicuro che andrà bene”. Il mio percorso, la mia vita, fin allora, erano in tutt’altra direzione: mi ero specializzato in management, stavo fuori, pensavo alla mia esperienza professionale. In quel momento, però, ascoltando le parole di mio padre, trovandomi nella mia terra, nonostante l’imprevedibilità degli eventi, dentro di me sentivo che l’azienda era una sfida da cogliere. Non potevo, anzi non volevo tirarmi indietro: ho scelto di rimanere. Venuto a mancare mio padre, il contesto d’azione non era lineare: l’azienda, infatti, aveva sofferto negli anni la lontananza della sua figura guida e se da una parte era evidente la necessità di rinnovamento, dall’altra c’era chi non voleva accettarlo. Per cui ho lottato, facendo comunque tesoro dei valori storici e dell’esperienza di Brumi: ho cercato nel tempo di cambiare molte cose, dai processi produttivi ai laboratori per produrre macchinari, realizzando anche importanti investimenti per supportare nuove tecnologie. Oggi c’è una squadra giovane che ha voglia di scommettere e crescere.

Sono tanti i ricordi con nonno Matteo. Lui nel 1955 a Catania fondava la MPM Sicilia spa (Matteo Pitanza Macchine). Cosa le viene in mente pensando a lui?
Mi brillano gli occhi a parlarne. Era un chimico, ma ha anche fatto il banchiere, l’industriale, ha scritto libri di storia. Una persona poliedrica, piena di qualità eccezionali, con alle spalle una carriera brillante. Mi ha insegnato il valore della competizione, quella sana e autentica, che porta a migliorarti guardando sempre avanti. È grazie a lui che ho imparato a vedere gli ostacoli mai come un limite, bensì come una prova da superare. Mi ha trasmesso, inoltre, la passione per la musica: ho iniziato con lui a suonare il pianoforte, di cui ho intrapreso lo studio. Oggi nel tempo libero mi diletto. Ma tra le cose che mi vengono subito in mente pensando a mio nonno, ci sono sicuramente i tanti viaggi fatti insieme. Andavamo spesso a Bologna, siamo stati a Parigi, Londra. Ricordo quelle lunghe passeggiate alla scoperta dei monumenti delle città. Per me, allora piccolo, erano fonte di gioia ed entusiasmo. Così ho maturato la curiosità come valore di crescita e di scoperta, come ricerca di conoscenza e di bellezza.

” Nei momenti difficili si può trovare la forza di cambiare “

Precedente
Successivo

Perché Brumi può essere definita anche un’azienda creativa?
Perché oltre a puntare alla sostenibilità – cosa per noi oggi assolutamente normale – e alla qualità, progettiamo e sviluppiamo tecnologie che racchiudono contemporaneamente funzionalità ed estetica. Made in Italy, attenzione per i materiali e design sono valori fondamentali per l’azienda.

Cosa pensa dell’agricoltura in Sicilia?
In questo settore la Sicilia non può che ottenere risultati soddisfacenti, basti pensare all’esempio del brand Etna. Dovrebbe essere replicato in altre parti dell’Isola. Se guardo al settore agricolo, considero soprattutto i nostri prodotti. E si tratta chiaramente di eccellenze, l’espressione più vitale e preziosa del nostro territorio, strettamente connesse anche al settore turistico. 

Crisi è una parola che lei legge in maniera diversa rispetto all’uso comune.
È perlopiù l’idea che dai momenti difficili si può trovare la forza di abbattere ogni muro. Nella crisi si può trovare il coraggio di cambiare.

E per quanto riguarda il Covid, come l’azienda sta attraversando questo momento?
All’inizio eravamo molto preoccupati, come tutti del resto. Non ci siamo lasciati però vincere dalla paura. Con mente lucida e calma abbiamo riorganizzato e riprogrammato l‘attività in azienda. E adesso continuiamo ad essere operativi, avendo potenziato professionalità e processi lavorativi. L’abbiamo fatto insieme, all’unisono. Brumi prima di essere un’azienda è soprattutto una grande squadra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.